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Un anno dopo la performance e l'omicidio dell'artista milanese

una regista turca ha voluto ripercorrere il viaggio in autostop

"Sulla strada di Pippa Bacca
ma col vestito del lutto"


dal nostro inviato MARCO ANSALDO


"Sulla strada di Pippa Bacca ma col vestito del lutto"

Bingol Elmas durante il viaggio


TEL AVIV - Il sogno di Pippa Bacca non è perduto. Un'altra artista sta compiendo in questi giorni lo stesso percorso studiato dalla performer milanese, prima che uno sbandato, lesto a caricarla su una strada dove la giovane in abito da sposa faceva autostop in Turchia, la uccidesse brutalmente il 31 marzo dello scorso anno.

LE FOTO DEL VIAGGIO DI PIPPA BACCA

E' turca e ha 33 anni, la stessa età di Giuseppina Pasqualino di Marineo (Pippa Bacca era il nome che la nipote dell'artista Piero Manzoni si era scelta). Ma invece che in abito bianco si è vestita di nero, in segno di lutto e in chiaro contrasto con il corredo da sposa scelto dall'artista milanese per il suo tragico progetto.

Un progetto che, partendo da Milano, aveva portato Giuseppina a Tel Aviv, e da qui in Turchia dove avrebbe dovuto raggiungere il confine con la Siria. La performer turca si chiama Bingol Elmas, è nata a Erzurum, nella zona curda del sud est anatolico, e di professione è regista. Bingol, che dopo aver lavorato come reporter in alcuni canali televisivi, si è laureata in Comunicazione all'Università di Marmara, a Istanbul, e ha vinto per la sua attività di documentarista vari premi, ha voluto idealmente ricominciare il viaggio laddove era finito quello della sua collega italiana.

A Gebze, la stessa città dove Murat Karatash, 38 anni, l'uomo (o più uomini, secondo le rivelazioni emerse dal recente processo nel quale è stata chiesta la condanna all'ergastolo dell'aggressore) che la violentò e strangolò, nascose poi il corpo dietro un cespuglio.

In viaggio l'artista turca sta tenendo un diario della sua esperienza in autostop. Ha girato diversi metri di pellicola, e il progetto diventerà presto un film di 55 minuti dal titolo "Lettera a Pippa". La produzione è affidata alla rete culturale franco-tedesca Arte, con la prima visione in programma a settembre.
Repubblica ha raggiunto la performer turca mentre è in cammino.

Bingol Elmas, come le è venuto in mente di concludere un'avventura artistica che, se pur affascinante, per la sua collega si è invece rivelata tragicamente pericolosa?
"Ho rifletttuto molto quando ho saputo quel che era accaduto a Pippa. Non la conoscevo personalmente, ma mi è sembrato che la sua fine fosse particolarmente oltraggiosa per una donna, per una persona che sceglie di fare autostop in un Paese straniero con il vestito da sposa. Quasi una cosa fatale. E allora ho deciso di raccogliere il suo messaggio: "la paura domina, e invece noi abbiamo bisogno di pace". L'idea è nata così".

In Turchia si dice che, per evitare qualsiasi possibile problema lungo il percorso, lei sia seguita segretamente da una squadra della sicurezza. E' vero?
"Non è esattamente così. Nessun tipo di polizia. C'è soltanto la troupe di Arte a seguirmi. Sono cinque persone, in maggioranza donne. La produzione cercava un progetto cinematografico che si chiamasse "L'altra Turchia" o "La Turchia alternativa". E la mia idea gli è piaciuta. Così l'ho sviluppata con queste amiche e colleghe".

Bingol Elmas ha comunque attaccato a sé un sistema satellitare GPS, in grado di rilevare in qualsiasi momento la sua posizione esatta quando è separata dal team che l'accompagna.

Perché ha scelto un abito nero mentre fa autostop?
"Perché è il colore del lutto, l'ho fatto per ricordare Pippa. Ma anche per contrasto al bianco dell'abito da matrimonio: si pensa che la donna che va in sposa sia pronta a tutto per l'uomo, e io volevo ribellarmi a questo, volevo sottolineare gli aspetti negativi in proposito per le donne".

Lei adesso è in viaggio: dove si trova?
"Sono sulla strada del ritorno. Sono partita il 31 marzo, giorno della morte di Pippa, sono arrivata al confine con la Siria e tra poco sarò proprio a Gebze, dove fu uccisa. Lì ci sarà una dimostrazione che la ricorderà".

Quanti chilometri ha fatto?
"In tutto 1400. Da Gebze, lungo l'Anatolia, fino al confine con la Siria, al posto di frontirera di Cilvegozu".

Ha mai avuto paura?
"All'inizio temevo i guidatori di Tir e camion. Ma non ho mai pensato che mi sarebbe successa la stessa cosa accaduta a Pippa".

Incontri strani, esperienze insolite?
"No, per fortuna è andato tutto bene. Mostrerò tutto nel film, comunque".

Ma nessuno le ha detto qualcosa di sconveniente?
"Lungo la strada alcuni pensavano che fossi una passeggiatrice, o la polizia, oppure una spia. Altri, invece, mi credevano semplicemente pazza".

(14 aprile 2009) Tutti gli articoli di esteri